Tra i tanti piccoli di animali selvatici che possiamo incontrare durante le escursioni in campagna durante la bella stagione, magari mentre siamo in giro con il nostro cane, c’è anche il leprotto.
Per quanto apparentemente possa assomigliare al coniglio, pur essendo comunque un lagomorfo, la lepre ha un comportamento leggermente differente rispetto al cugino con la pelliccia e le orecchie lunghe.
Innanzitutto, questa specie non scava gallerie sotterranee e non realizza vere e proprie tane, quanto più dei “covi” in depressioni del terreno, in mezzo all’erba, alle sterpaglie o alle rocce.
La lepre, dopo una gestazione ben più lunga di quella del coniglio, dà alla luce dei piccoli già completamente coperti di pelliccia, con gli occhi aperti e capaci di muoversi autonomamente (la prole del coniglio è invece “inetta” poiché i coniglietti nascono nudi, ciechi, sordi e a mala pena in grado di strisciare verso la mammella).
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Ho trovato un leprotto in mezzo all’erba… e adesso?
Come ci dovremmo comportare se trovassimo un leprotto in giro per la campagna? Vedendolo li, solo e abbandonato senza nessuna protezione, l’istinto e l’amore per gli animali ci spingerebbero di sicuro a raccoglierlo e a tentare di soccorrerlo.
In linea di massima è la cosa più sbagliata da fare, perché molto probabilmente mamma lepre sarà nei dintorni, in attesa del momento per allattarlo.
Se il piccolo sembra in buona salute, anche se immobile, e se non sono presenti fonti di pericolo immediato (ad es. macchinari agricoli in movimento e destinati a passare proprio nel punto in cui è situato l’animale), meglio lasciarlo dove si trova e allontanarsi velocemente, senza toccarlo (qualunque odore estraneo potrebbe allarmare la madre e causarne l’abbandono).
Al contrario, se il leprotto si mostra sofferente, è stato ferito da una falciatrice, aggredito da un altro animale o addirittura tolto dalle fauci del nostro cane bisogna contattare il CRAS (Centro di Recupero Animali Selvatici) più vicino (o altre autorità competenti come i Carabinieri Forestali, le Guardie Ecozoofile, i Vigili Urbani o la ASL Veterinaria e seguire le istruzioni che ci verranno date.
L’errore più grosso è pensare di fare del bene portandolo a casa per accudirlo e cercare di allattarlo con latte bovino o di qualunque altra specie oppure addirittura di riportarlo il giorno dopo nel luogo in cui lo abbiamo trovato: se non è evidentemente ferito non tocchiamolo e in caso di bisogno rivolgiamoci sempre agli “addetti ai lavori” che sanno come comportarsi in questi casi.
Ricordiamoci inoltre che la detenzione della Fauna Selvatica è vietata ai sensi della legge 157/92.