Chi non ha mai sentito l’espressione “ripetere a pappagallo”, riferendosi a qualcuno che ha scarsa intelligenza e ripete senza capire ciò che dice? In effetti, per lungo tempo gli uccelli sono apparsi agli occhi del mondo come animali dalle scarse capacità intellettive.
Fu solo nel 1950 che si iniziò a studiare la cognizione degli uccelli
con i lavori di O. H. Mowrer, J. H. Grosslight e C. Zaynor.
Conosciuta in particolare per il suo libro The Alex Studies, l’etologa Irene Pepperberg ha presentato le incredibili capacità intellettive e di apprendimento dei pappagalli.
L’etologa spiega che questi animali imparano per mimetismo e facendo domande. Se adeguatamente addestrati, i pappagalli non ripeteranno semplicemente la parola “banana”, ma capiranno, facendo domande sul suo colore e la sua natura, che è un frutto e che è giallo.
In seguito a queste sessioni di addestramento, sono stati studiati diversi concetti nei pappagalli: la comprensione di concetti digitali, le illusioni ottiche, la memoria visiva, la valutazione delle quantità di liquido e le probabilità.
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Ripetere a pappagallo? No grazie, ho un’ottima memoria visiva!
Esperimenti con pedine di diversi colori hanno permesso di dimostrare l’esistenza di una memoria visiva nel pappagallo.
Infatti, queste pedine sono state coperte con un vetro opaco, quindi mescolate e l’uccello ha dovuto trovare un determinato colore.
Questo stesso esperimento, condotto con esseri umani adulti e bambini dai 6 agli 8 anni, mostra che i pappagalli sono sempre migliori dei bambini.
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Ragionamento probabilistico dei pappagalli
Infine, è possibile che i pappagalli riescano ad adottare un ragionamento probabilistico, riflesso in uno studio sulla capacità di scegliere il contenitore di vetro trasparente per il quale esiste la
maggiore possibilità di pescare una banana in una singola prova.
In questo esperimento i pappagalli hanno diverse opzioni di scelta: il caso, il contenitore contenente il maggior numero di banane o quello con la più alta probabilità di estrarre una banana tra gli altri elementi.
Il tasso di successo è del 60%, corrispondente a un tasso identico a quello degli umani adulti per lo stesso esperimento.
Infine, Irene Pepperberg ha quindi presentato chiaramente le impressionanti capacità intellettuali dei pappagalli, ricordando che tutte le loro capacità sono ancora lontane dall’essere conosciute.
FONTE: LaSettimanaVeterinaria