La leggenda del Devon Rex narra che una gatta andasse spesso a dormire, soprattutto quando era incinta, in una miniera di stagno vicino alla fattoria dove viveva.
Uno dei cuccioli sviluppò delle particolari caratteristiche di adattamento all’ambiente: occhi grandi per vedere al buio, larghe orecchie per percepire ogni minimo rumore, pelo corto e riccio per non far aderire la fuliggine.
Al di là della leggenda, la realtà è che spesso tra i mammiferi possono verificarsi mutazioni genetiche. Gli esempi sono numerosi tra cani, gatti ed conigli. La prima mutazione nota fu quella dei conigli di Re Alberto del Belgio, che alla fine dell’Ottocento, portò, ad un’esposizione di conigli, un esemplare con una strana pelliccia riccia, fuori da ogni standard di razza.
I giudici, non potendo squalificare il re, decisero seduta stante di creare una nuova varietà: i conigli con il pelo riccio, cui misero come affisso la parola “Rex”, per ingraziarsi Re Alberto.
Tale termine fu quindi usato anche in seguito per definire tutte le mutazioni ricce.
Il primo Devon Rex nacque negli anni ’60 nel Regno Unito a Buckfastleigh (Devonshire). Vicino ad una miniera di stagno in disuso, si aggirava spesso un gatto nero riccio che si accoppiò con una gatta tricolore di proprietà della signorina Beryl Cox. Da questo accoppiamento nacquero alcuni cuccioli ma solo uno tra questi presentava la stessa pelliccia riccia del padre.
La Cox tenne con sé questo cucciolo e lo chiamò Kirlee (che in inglese significa “riccio”). Nei mesi a seguire Miss Cox vide una foto di un cucciolo riccio (un Cornish) in un giornale e si rese conto che il suo strano gatto poteva essere utile per l’allevamento dei gatti Rex. Quindi contattò l’allevatore Brian Stirling –Webb (uno dei primi e dei migliori allevatori sperimentali del mondo felino). Questi persuase Miss Cox a spedire Kirlee per effettuare degli accoppiamenti che servissero ad immettere sangue nuovo nei suoi Rex.
Kirlee si accoppiò con diverse femmine Cornish ottenendo solamente dei cuccioli a pelo liscio. Questo significava che i geni responsabili della mutazione del pelo nel Devon e nel Cornish erano allo stesso tempo diversi e recessivi.
Entrambi i geni appartengono ad una mutazione recessiva e perciò il pelo riccio compare solo se entrambi i genitori portano questa caratteristica.
L’uso della consanguineità, in questa prima fase, fu naturalmente inevitabile per la sopravvivenza della specie.
Per aumentare la varietà dei colori, vennero introdotte nuove razze. Invece di scegliere dei gatti a pelo corto, vennero usati dei persiani, soprattutto per eliminare le zone glabre del Devon, ma provocando così nella razza la presenza del gene del pelo lungo che è stata molto difficile da eliminare e talvolta ricompare, anche ai giorni nostri, dopo decine di generazioni.
Nello stesso tempo, per non perdere le caratteristiche ricce del Devon Rex, si riprese ad accoppiare i soggetti con i discendenti di Kirlee, in modo che, ancora dieci anni dopo la comparsa del primo soggetto, si poteva affermare che tutti i Devon erano fratelli.
L’estrema consanguineità però era pericolosa in quanto portatrice del gene dello Spasticismo, una forma di distrofia.
A quel punto i casi erano due: o smettere l’allevamento dei Devon Rex o trovare un metodo d’allevamento teso ad eliminare o perlomeno a circoscrivere quanto più possibile questo problema.
Pertanto si ricominciarono gli incroci con altre razze, privilegiando, questa volta, i gatti a pelo corto quali Burmesi, Siamesi e British; ed inoltre il gatto di casa, razza quasi priva di tare genetiche in quanto già selezionata dalla natura.
Pertanto si può dire che oggi, grazie all’onesto e coscienzioso lavoro di numerosi allevatori, lo spettro dello Spasticismo nel Devon Rex si sta allontando sempre di più e si conta tra qualche anno, di poterlo eliminare del tutto.
FONTE: ANFI