Per favorire e migliorare l’autocontrollo di un cucciolo e gestire un cane iperattivo nel quotidiano è possibile iniziare con il dare al proprietario alcuni consigli.
Nel caso di un cucciolo, è possibile riprodurre le sequenze di arresto messe in atto dalla madre: il proprietario può provare a comportarsi come una mamma cane che punisce i cuccioli – i cui comportamenti sono eccessivi – immobilizzandoli.
Quando il cucciolo si arrabbia, quando la sua attività diventa disordinata e senza scopo, il padrone deve interromperla prendendo l’animale in mano.
Lo scopo è quello di ottenere un reale rilassamento del cucciolo con qualche secondo di calma, e poi di liberarlo. Un aspetto importante è quello di intervenire il più presto possibile, appena il cucciolo inizia a eccitarsi, ma questo intervento deve essere fatto in silenzio e senza guardare il cucciolo, per ottenere il suo ritorno alla calma.
I proprietari non devono arrabbiarsi o montare in collera, anche se il cucciolo non si calma subito, soprattutto le prime volte. Tuttavia, nel caso di animali più grossi o di età superiore, questa manovra può essere rischiosa e va prevista in base alle capacità dei padroni.
Il proprietario deve intervenire anche per impedire al cane di mordicchiare. Quando gioca con il suo cucciolo, se i mordicchiamenti diventano dolorosi deve gridare chiaramente “ahi!” e, se il cucciolo non modera la sua attività, interrompere il gioco.
Infine, è utile proporre attività regolate: realizzare brevi esercizi, facili da eseguire (“vieni, seduto”, ecc.) e che terminino positivamente: il proprietario è ricompensato perché il cucciolo lo ha ascoltato e il cane è ricompensato con uno snack o una carezza.
Per i giochi del cane iperattivo, è preferibile scegliere oggetti da masticare resistenti, che verranno lasciati al cucciolo in permanenza; inoltre, è necessario pre- vedere di riservargli un luogo in cui può isolarsi e rilassarsi.
GESTIRE UN CANE IPERATTIVO ADULTO
Per un cane adulto, l’osservazione in clinica è fondamentale, perché consente di analizzare la comunicazione tra l’animale e i suoi padroni, per poter dar loro i consigli adatti, a partire da quello di evitare l’escalation.
Di fronte all’abbaiare e all’agitazione del cane, il proprietario tende spesso ad arrabbiarsi, a gridare e a gesticolare. Purtroppo, questa reazione non è produttiva, al contrario, può rinforzare i comportamenti indesiderabili o addirittura scatenare sequenze di aggressione da parte del cane.
In sala d’attesa dal veterinario o fuori casa, è interessante proporre al proprietario di eseguire alcune azioni, testando le reazioni:
- parlare a voce bassa, con dolcezza;
- ignorare il cane (non parlargli, non guardarlo e non toccarlo) e “fare l’albero” (rimanere immobile con le braccia lungo il corpo);
- metterlo temporaneamente in disparte, senza nervosismo da parte degli umani.
Bisogna anche insegnargli a ricompensare il suo cane. I cani molto iperattivi sono di solito “iper-puniti” quando sono responsabili di distruzioni o di eliminazione inappropriata, e la relazione col proprietario si degrada.
È bene ricordare che si impara meglio con una ricompensa che con una punizione; ma è necessario sapere cosa ricompensare, quando e come!
Potrebbe essere utile proporre:
- lavorare sull’attenzione e la motivazione: prima di dare ordini, il primo lavoro da fare è quello di ottenere l’attenzione del cane iperattivo, perché se alcuni sono eccessivamente attenti, altri sono in deficit d’attenzione e fanno fatica a concentrarsi;
- esercizi di obbedienza che richiedono concentrazione: vieni, seduto, seduto senza muoversi, ecc;
- fare i complimenti al cane iperattivo: gli incoraggiamenti vanno dati con voce gioiosa, senza gesti bruschi o carezze vigorose che potrebbero scatenare l’eccitazione dell’animale;
- ricompensare rapidamente: per evitare di premiare un “seduto” quando il cane ha già ricominciato a saltare!
In ogni caso, quando l’iperattività del cane diventa difficile da gestire o non si è in grado di farlo, è sempre utile e consigliato rivolgersi a un medico veterinario comportamentalista per avere una consultazione.
FONTE: La Settimana Veterinaria